Cosa succede quando un inquilino non corrisponde le dovute spese condominiali? Cosa stabilisce la legge in questi casi?
Si tratta di un caso che coinvolge tre soggetti distinti: il condominio, il proprietario dell’immobile in affitto e l’affittuario.
Innanzi tutto, occorre precisare che l’inquilino è tenuto, per legge, a pagare le spese relative a:
Dev’essere il proprietario dell’appartamento e non l’amministratore a richiedere all’affittuario il pagamento delle spese condominiali. L’inquilino, a quel punto, ha due mesi di tempo per corrispondere le somme dovute.
Questo periodo di tempo consente all’affittuario di verificare, prima del pagamento, quali sono le spese che gli vengono addebitate. E come sono state ripartite. In questo senso, è suo diritto anche visionare i documenti che giustificano le spese in oggetto, come, ad esempio, le delibere delle assemblee condominiali con cui sono stati approvati i bilanci e altri documenti equivalenti.
L’inquilino deve versare le sue quote condominiali esclusivamente al proprietario di casa.
La legge stabilisce che, se l’affittuario non corrisponde le somme dovute, l’amministratore di condominio si rifarà sul proprietario, in quanto è lui l’unico responsabile nei confronti del condominio. Ovvero può riscuotere forzosamente da quest’ultimo le quote condominiali entro 6 mesi al massimo dalla chiusura dell’esercizio gestionale a cui si riferiscono le spese.
Dopo aver pagato le somme dovute, il proprietario può, ovviamente, rifarsi sull’inquilino, richiedendo la restituzione delle somme anticipate. L’inquilino ha 60 giorni di tempo dalla richiesta del proprietario per saldare il suo debito. Se l’inquilino continua a non pagare le rate condominiali e la somma dovuta supera le due mensilità di canone, il proprietario può richiederne lo sfratto.
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26 Maggio 2017